Melting Pot Europa

Melting Pot Europa è un progetto editoriale e di comunicazione sociale nato nel 1996 che racconta e analizza i processi di trasformazione del fenomeno migratorio in Italia e in Europa, senza mai perdere di vista lo stretto rapporto tra la dimensione macro, globale, delle migrazioni e il loro radicarsi all’interno di precisi e determinati contesti locali.

  • Memoria e giustizia per Moustapha Diomande
    https://www.meltingpot.org/2024/04/memoria-e-giustizia-per-moustapha-diomande

    Moustapha Diomande era un ragazzo ivoriano di 14 anni. Giunto dal suo Paese di origine in #Tunisia, aveva trovato razzismo e discriminazione e dunque aveva deciso di prendere la strada del mare: nel dicembre scorso, partito da Mahdia insieme ad altrə 38 compagnə di viaggio ha tentato di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. In quella notte di dicembre, Moustapha è morto insieme a decine di persone in quel Mediterraneo che le politiche migratorie europee hanno trasformato in spazio di violenza e di morte. Il suo corpo non è mai stato ritrovato. Bintou , sua madre, ha appreso la notizia

    #Comunicati_stampa_e_appelli #Costa_d'Avorio #Italia #Naufragi_e_sparizioni #Solidarietà_e_attivismo

  • “A ellos no les vamos a abrir…”
    https://www.meltingpot.org/2024/04/a-ellos-no-les-vamos-a-abrir

    Pubblichiamo la prima parte del reportage di approfondimento sui fatti avvenuti il 27 marzo del 2023 in Messico nel centro di detenzione di Ciudad Juárez. Quella notte in un incendio morirono soffocate 40 persone in una cella chiusa a chiave, altri 27 sono sopravvissuti ma hanno subito amputazioni, danni ai polmoni e altre conseguenze che li accompagneranno per tutta la vita. A distanza di un anno un’inchiesta giornalistica indipendente fornisce nuovi dettagli su quanto accaduto quella notte finita in una strage smentendo il resoconto ufficiale. È stata la peggiore tragedia in una struttura di detenzione per persone migranti gestita (...)

    #Approfondimenti #CPR,_Hotspot,_CPA #Mara_Girardi

  • Protezione sussidiaria a cittadino pakistano in condizione di schiavitù per debiti (cd. “debt bondage”)
    https://www.meltingpot.org/2024/04/protezione-sussidiaria-a-cittadino-pakistano-in-condizione-di-schiavitu-

    Un cittadino pakistano presenta domanda di asilo in Italia lamentando che, a causa delle precarie condizioni economiche, la famiglia di origine fu costretta a ricorrere a prestiti di natura usuraria che non riuscirono poi a saldare. L’intera famiglia era, quindi, costretta a lavorare in condizioni di schiavitù per l’usuraio, proprietario di un fondo agricolo con allevamento di animali. Lui ed i familiari non venivano retribuiti: erano costretti a lavori estenuanti ed erano oggetto di maltrattamenti, ricevendo in cambio solo due pasti al giorno. Quindi, vista l’impossibilità di pagare il debito, i familiari si mettevano d’accordo con l’usuraio per chiedere (...)

  • Il permesso di soggiorno per protezione speciale rilasciato prima dell’entrata in vigore del D.L 20/2023 è convertibile in permesso per lavoro
    https://www.meltingpot.org/2024/04/il-permesso-di-soggiorno-per-protezione-speciale-rilasciato-prima-dellen

    Il permesso di soggiorno per protezione speciale rilasciato prima dell’entrata in vigore del D.L 20/2023 – contrariamente a quanto sostenuto dalle circolari del Ministero dell’Interno – è convertibile in permesso per motivi di lavoro in applicazione della disciplina transitoria ai sensi dell’art. 7 c. 2 D.L n. 20/2023. Con sentenza n. 793 del 15.03.2024 il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia ha accolto il ricorso proposto da un cittadino straniero per l’annullamento del provvedimento con il quale la Questura di Milano aveva rigettato l’istanza di conversione del permesso di soggiorno per protezione speciale in permesso di soggiorno per motivi (...)

  • Carta blu Ue: le nuove procedure in una circolare
    https://www.meltingpot.org/2024/04/carta-blu-ue-le-nuove-procedure-in-una-circolare

    Il Decreto legislativo del 18 ottobre 2023, n. 152 (G.U. n. 256 del 2.11.2023), recependo la direttiva (UE) 2021/1883 sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini stranieri che intendano svolgere lavori altamente qualificati in uno Stato membro Ue (c.d. Carta blu UE) ha modificato l’articolo 27-quater del Testo Unico Immigrazione (D.lgs. n. 286/98). Con la Circolare del 28 marzo 2024, adottata congiuntamente da Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Ministero dell’Interno, sono state, pertanto, fornite le istruzioni operative agli Uffici territoriali coinvolti nella gestione degli ingressi in Italia di cittadini extra-UE per motivi di lavoro altamente qualificato ed indicazioni sulla (...)

  • Roma, appello per l’accesso alla domanda di asilo in Questura
    https://www.meltingpot.org/2024/04/roma-appello-per-laccesso-alla-domanda-di-asilo-in-questura

    Professorə, associazioni, giuristə, avvocatə, operatorə sociali e legali tornano a chiedere alla Questura di Roma di garantire l’accesso a tuttə lə cittadinə stranierə all’ufficio Immigrazione per la presentazione della domanda di asilo. Lo fanno attraverso un appello, al quale è possibile aderire, rivolto anche al Ministero dell’interno per «chiedere di registrare tutte le domande di protezione senza ulteriore ritardo, come previsto dal mandato attribuito loro dalla legge». Una situazione che persiste da troppo tempo, già sanzionata da diverse decisioni del tribunale che trovate su Melting Pot e che avevamo segnalato in un servizio esattamente un anno fa. «Da anni – specifica (...)

    #Notizie #Leone_Palmeri #Giurisprudenza_italiana #Guida_legislativa

  • Non convalida dei trattenimenti nel CPR: ai richiedenti non è stata fornita adeguata informazione al momento dello sbarco
    https://www.meltingpot.org/2024/04/non-convalida-dei-trattenimenti-nel-cpr-ai-richiedenti-non-e-stata-forni

    Il Giudice del Tribunale di Trieste rigetta la richiesta di trattenimento presso il CPR di Gradisca d’Isonzo in quanto ai richiedenti protezione non è stata fornita adeguata informazione circa la possibilità di effettuare la richiesta di protezione internazionale al momento dello sbarco. Il provvedimento si richiama alla recente sentenza della Corte di Cassazione n. 5797/2024 che afferma il medesimo principio (violazione degli artt. 10, c. 4, 10-ter, D.Lgs 286/98, 8, Direttiva 2013/32/UE con “manifesta illegittimità del decreto di respingimento presupposto – mancata informativa in merito alla possibilità di richiedere la protezione internazionale (Cass. n. 5926/15, pp.10; Cass. n. 5926/15 (...)

  • Sospensiva a richiedente del Ghana: valorizzato l’avvio del percorso di integrazione e non considerata la provenienza da cd. “Paese sicuro”
    https://www.meltingpot.org/2024/04/sospensiva-a-richiedente-del-ghana-valorizzato-lavvio-del-percorso-di-in

    Il Tribunale di Ancona, Sezione Specializzata in materia di immigrazione e libera circolazione dei cittadini UE, si pronuncia in merito alla concessione della sospensione dell’efficacia esecutiva del provvedimento di rigetto emesso dalla Commissione territoriale di Ancona nei confronti di un cittadino del Ghana, stante il grave danno che deriverebbe in caso di rimpatrio, valorizzando l’avvio di un percorso d’integrazione sul territorio italiano (documentato da dichiarazione d’intenti alla stipula di un contratto di lavoro), invitando comunque il ricorrente al deposito della documentazione lavorativa. Il Giudice, inoltre, ha ritenuto che la circostanza che il ricorrente provenga da un paese ritenuto sicuro (...)

  • Anwar Nillufary: “Ostaggio dell’Europa”
    https://www.meltingpot.org/2024/03/anwar-nillufary-ostaggio-delleuropa

    State per leggere la testimonianza di una persona che ci ha chiesto di raccontare la sua storia per ricevere solidarietà e supporto concreto e per far vedere al mondo quali forme possono assumere le innumerevoli atrocità che consumano le vite delle persone in movimento. Anwar Nillufary si presenta così: “Ostaggio dell’Europa”. Quando, quasi 10 anni fa, è arrivato in territorio europeo in cerca di asilo, è come se le porte d’ingresso dell’Europa si fossero sbarrate alle sue spalle impedendogli così di andare via da un luogo dove, piuttosto che protezione, ha trovato isolamento e deprivazione. A settembre del 2014, (...)

  • Chiusi dentro. I campi di confinamento nell’Europa del XXI secolo
    https://www.meltingpot.org/2024/03/chiusi-dentro-i-campi-di-confinamento-nelleuropa-del-xxi-secolo

    “Chiusi dentro. I campi di confinamento nell’Europa del XXI secolo”, è il nuovo libro edito da Altreconomia e curato dalla rete RiVolti ai #Balcani. Un’analisi critica, realizzata da più voci autorevoli e con la prefazione di Livio Pepino, delle politiche europee di respingimento, esternalizzazione e appunto confinamento delle persone in movimento. Con preziosi capitoli di contesto e un viaggio documentato per “casi Paese”, #Italia inclusa. Esce in libreria il 12 aprile, ma è già acquistabile dal sito di Altreconomia. La presentazione L’Europa muore ai suoi confini. “Chiusi dentro” è l’analisi critica più aggiornata delle politiche di respingimento dei migranti (...)

    #Notizie #Arti_e_cultura #Confini_e_frontiere #Narrativa_e_Saggistica #Respingimenti #Trattenimento_-_detenzione #Unione_Europea #Violazioni_e_abusi

  • The UK asylum system and the challenges of the recent albanian migration
    https://www.meltingpot.org/2024/03/the-uk-asylum-system-and-the-challenges-of-the-recent-albanian-migration

    Papers, una rubrica di Melting Pot per la condivisione di tesi di laurea, ricerche e studi.Per pubblicare il tuo lavoro consulta la pagina della rubrica e scrivi a collaborazioni@meltingpot.org. Università degli Studi di PadovaDepartment of political science, law and international studiesMaster’s degree in Human Rights and Multi-level Governance The UK asylum system and the challenges of the recent albanian migrationThe failure of the british government to provide safe and legal routes to the UK di Alexia Malaj (Anno accademico 2022/2023) Introduzione L’Albania ha una lunga storia di emigrazione, con una parte significativa della sua popolazione che risiede al di fuori dei suoi (...)

  • Sospensiva per radicamento art. 8 CEDU: la domanda di asilo, presentata dopo il d.l. 20/2023, era stata considerata “infondata”
    https://www.meltingpot.org/2024/03/sospensiva-per-radicamento-art-8-cedu-la-domanda-di-asilo-presentata-dop

    Il provvedimento del Tribunale di Roma accoglie l’istanza di sospensiva presentata congiuntamente ad un ricorso ex art. 35 bis d.lgs. 25/2008. Nello specifico, è stato impugnato il rigetto della protezione speciale, a fronte di domanda presentata successivamente all’entrata in vigore della nuova disciplina dell’istituto, introdotta dal d.l. 20/2023. La domanda, presentata da un cittadino del Montenegro e considerata manifestamente infondata, era stata applicata la procedura accelerata ex art 28 bis, d.lgs. 28/2005. Nel caso in questione, tanto il ricorso quanto l’istanza di sospensiva, si fondavano sul radicamento del richiedente nel territorio, quindi sulla tesi della perdurante vincolatività del diritto (...)

  • “Un fallimento annunciato. Centri d’Italia 2023”
    https://www.meltingpot.org/2024/03/un-fallimento-annunciato-centri-ditalia-2023

    E’ da pochi giorni online il nuovo report sul sistema di accoglienza italiano della piattaforma “Centri d’Italia. Mappe dell’accoglienza” di ActionAid e Fondazione openpolis, che quest’anno analizza i dati 2022 (anticipando ancora una volta la relazione annuale del ministero dell’Interno) e i bandi per l’accoglienza emessi dalle prefetture italiane tra il 2020 e il 2023. Le informazioni anche questa volta sono disponibili in formato aperto sulla piattaforma, malgrado una difficoltà sempre più marcata di ottenere i dati per via delle resistenze riscontrate dalle organizzazioni, nonostante il diritto ad accedervi sia stato ribadito nelle aule di tribunale. Per comprendere il (...)

  • Il “bonus patenti autotrasporto” non può essere riservato ai soli cittadini italiani e europei: condannato il Ministero dei Trasporti
    https://www.meltingpot.org/2024/03/il-bonus-patenti-autotrasporto-non-puo-essere-riservato-ai-soli-cittadin

    Accolto il ricorso presentato da ASGI – Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione e da un cittadino ecuadoriano che si era visto rifiutare la domanda proprio perché straniero. Il Ministero dovrà modificare il decreto ministeriale e riaprire le domande per gli anni passati. La vicenda nasce nel 2022 quanto il Ministero dei Trasporti, con un decreto ministeriale, aveva regolato l’assegnazione del bonus patenti autotrasporto introdotto con DL 10.9.21 n. 121, convertito con modificazioni dalla L. 156/2021 (un contributo per rimborsare le spese per acquisire la patente fino a un massimo di 2.500 euro) prevedendo che a tale bonus potessero (...)

  • Un toolkit a supporto dell’integrazione dei minori stranieri non accompagnati
    https://www.meltingpot.org/2024/03/un-toolkit-a-supporto-dellintegrazione-dei-minori-stranieri-non-accompag

    Il toolkit, intitolato “A sostegno dell’integrazione”, è uno strumento per operatori e operatrici che lavorano con minori stranieri soli che vivono o transitano in Italia, documenta e condivide linee guida sulle buone pratiche. E’ il risultato di un progetto triennale che ha incluso una ricerca sul livello di integrazione dei minori che viaggiano da soli dal Medio Oriente all’Europa. L’obiettivo principale del toolkit è migliorare il supporto e i servizi per l’integrazione e l’inclusione, garantendo che i ragazzi e le ragazze ricevano assistenza mirata al loro sviluppo e benessere. Il modello di integrazione sviluppato da Family for Every Child (...)

  • Li hanno raggiunti, le onde del mare
    https://www.meltingpot.org/2024/03/li-hanno-raggiunti-le-onde-del-mare

    Era la mattina del 26 febbraio del 2023 e, a decine di metri dalla cittadina di pescatori e dalla rotta dei soccorsi, quel giorno, e per giorni e mesi a seguire, le onde spingevano sul bagnasciuga 94 corpi, di cui 35 molto piccoli. KR16M0, sedicesima vittima recuperata, era appena nato. Si chiamava Mohammad Sina Hoseyni e, per lui, si voleva trovare una vita migliore in una nuova terra. La SummerLove, una imbarcazione che proveniva dalle coste turche, navigava in condizioni avverse con 180 persone, la maggior parte, afghana, in fuga dal regime talebano. Il caicco, dopo tante richieste di aiuto

    #Notizie #Calabria #Fotografie #Italia #Naufragi_e_sparizioni #Strage_di_Cutro_KR_ #Vanna_D'Ambrosio #Video

  • Sospensiva dopo domanda di asilo post DL Cutro istruita con procedura accelerata e dichiarata infondata con obbligo di rimpatrio
    https://www.meltingpot.org/2024/03/sospensiva-dopo-domanda-di-asilo-post-dl-cutro-istruita-con-procedura-ac

    Il richiedente asilo, proveniente dal Gambia, formalizzava domanda di asilo in data 7.09.2023 e dunque piena vigenza della Legge 50/2023 (c.d. “Cutro”). La Questura di Chieti, stante la provenienza da Paese inserito nella lista dei Paesi sicuri, catalogava la domanda come procedura accelerata e convocava il richiedente asilo presso la competente Commissione territoriale per il giorno 26.09.23. Il giorno stesso veniva respinta la domanda di asilo per manifesta infondatezza ed allegato ordine di rimpatrio. Il ricorrente, ancora sprovvisto di un permesso di soggiorno idoneo per lo svolgimento di attività lavorativa (stante la celerità della procedura) avrebbe dovuto pertanto lasciare (...)

  • Sink the Boats

    The UK government is paying France to ‘Stop the Boats’. Now first-time footage reveals French police have violently intercepted dinghies sailing for Britain, risking the lives of people on board

    For decades, people have tried to reach the UK from northern France in order to claim asylum in Britain. With tightened security at French ports making it harder for stowaways, tens of thousands of people have crossed the English Channel in rubber dinghies, prompting the British government to make stopping the boats one of its top priorities.

    Last year, the UK announced that it would allocate nearly £500m to France over three years to prevent boats from leaving its shores.

    The British government has repeatedly pressured France to intercept the boats at sea. France has previously refused on the basis that it would place lives at risk.

    But in collaboration with Le Monde, The Observer and Der Spiegel, Lighthouse Reports can reveal that French police officers have carried out so-called “pullbacks” in the Channel, in moves experts say mirror the deadly and illegal tactics used in the Aegean and the Central Mediterranean by the Greek and Libyan coast guards.

    We’ve established through sources that the patrol boat used by the French police to carry out at least one of these dangerous manoeuvres was funded by the British.

    Meanwhile, over the last two years there has been a sharp increase in the number of drownings in the sea off northern France where most of the pullbacks have taken place.
    METHODS

    We obtained previously unseen footage, leaked documents and witness testimony showing French police have used aggressive methods to intercept migrant vessels at sea, including circling a small boat, causing waves to flood it; ramming into a small boat while threatening passengers with pepper spray; and puncturing boats while they are already at sea, forcing people to swim back to shore. We were able to geolocate the videos to confirm their veracity.

    We showed the videos to a number of maritime experts, UK Border Force officers and French coast guards, who said the tactics would have clearly endangered the lives of those on board and appeared to be illegal. Leaked maritime documents helped us to establish that these types of interceptions at sea are not compatible with French law.

    We then obtained an additional crucial piece of evidence: a complaint filed by a coast guard officer to the prosecutor about an incident in which French police officers had ordered a National Society of Sea Rescues (SNSM) crew to puncture a migrant dinghy that had already set sail despite the risk of drowning being “obvious and imminent”.

    To find out whether these interceptions were happening on a wider scale, we travelled to Northern France to speak to people on the ground trying to reach the UK in boats. A number of people described having their dinghies slashed by police once they had already set sail.

    We were able to link the hundreds of millions of pounds provided by Britain to France with these tactics when sources confirmed that police patrol vessels, including the exact vessel seen in one of the videos, had been bought by the French with funding provided by the British government.

    An analysis of data by charity Alarm Phone meanwhile showed a sharp increase in the number of people known to have drowned within the vicinity of the French coastline, where most of the pullbacks we documented took place – with one in 2022 compared to five already this year.
    STORYLINES

    We met Satinder* from Punjab, a predominantly Sikh region in northern India, in Calais.

    Five days earlier, he and two friends had tried to make it to Britain by boat. The dinghy was overcrowded with around 46 people, mainly Indians and Afghans, on board. “We sailed for around 10 minutes at dawn without a hitch in an overloaded boat,” he said. “Then a boat came. It was a gendarmerie boat, they had uniforms. They said: ‘Stop the boat’.

    “They went around the boat like in a circle and then they stabbed the boat and left. We had to swim for about 10 minutes […] We nearly died.”

    The two friends Satinder was with in the boat gave matching accounts. We spoke to four other people who recounted similar stories on different occasions.

    “It reminds me of the Greek and Turkish coast guards,” said French customs coast guard Rémi Vandeplanque.”And that’s shameful for the French. If the police continue to use such tactics, there is likely to be a death at some point.”

    https://www.lighthousereports.com/investigation/sink-the-boats
    #Manche #La_Manche #migrations #réfugiés #sauvetages #UK #Angleterre #France #stop_the_boats #externalisation #enquête #contre-enquête #pull-backs #financement #mourir_aux_Frontières #morts_aux_frontières

    • Revealed: UK-funded French forces putting migrants’ lives at risk with small-boat tactics

      Exclusive: newly obtained footage and leaked documents show how a ‘mass casualty event’ could arise from aggressive tactics employed by border forces

      French police funded by the UK government have endangered the lives of vulnerable migrants by intercepting small boats in the Channel, using tactics that search and rescue experts say could cause a “mass casualty event”.

      Shocking new evidence obtained by the Observer, Lighthouse Reports, Le Monde and Der Spiegel reveals for the first time that the French maritime police have tried physically to force small boats to turn around – manoeuvres known as “pullbacks” – in an attempt to prevent them reaching British shores.

      Newly obtained footage, leaked documents and witness testimonies show that the French authorities have used aggressive tactics including circling a migrant boat, causing waves to flood the dinghy; ramming into a small boat while threatening passengers with a large tank of pepper spray; and puncturing boats when they are already at sea, forcing migrants to swim back to shore.

      The French authorities have previously refused the UK’s requests for them to carry out interceptions at sea, stating that they contravened international maritime law. But evidence indicates there has been an escalation in the use of these tactics since last summer.

      Rishi Sunak has pledged to “stop the boats” crossing the Channel and has promised hundreds of millions of pounds to France to pay for more surveillance and border guards to prevent people making the journey. Last Wednesday the government’s safety of Rwanda (asylum and immigration) bill suffered several defeats in the House of Lords, delaying the prime minister’s plan to see flights for Kigali take off until after Easter.

      Ministers claim that the bill will act as a deterrent to all those crossing the Channel from northern France to the UK. In the first video obtained and verified for this investigation, a police boat in Dunkirk harbour circles close to a dinghy holding about 25 people, creating a wake that floods the boat.

      The police vessel is seen advancing towards the dinghy at speed, before turning sharply to create waves, circling and coming back again. Migrants are seen wearing foam-packed lifejackets and attempting to bale water out using their shoes.

      Sources confirmed that the police patrol vessel used to carry out the manoeuvre seen in the video was bought by the French authorities with funding provided by the UK government under the “Sandhurst treaty”, a bilateral border security deal signed at the royal military academy in 2018.

      “This is a textbook pushback – exactly the same as we see in Greece,” said one search and rescue expert who was shown the footage. “That one manoeuvre alone could cause a mass casualty event. The water is deep enough to drown in. I’ve seen this in the central Mediterranean many times, but this is the first time I’ve ever seen anything like this happening in the Channel.”

      Previous evidence has shown how the Greek coastguard has forced boats carrying migrants back into Turkish waters in the Aegean Sea, in some cases by manoeuvring around them at high speed to create waves.

      Two senior UK Border Force sources confirmed that the tactic could lead to multiple deaths and injuries. “If the blades [of the French boat] make contact with the vessel, it will slash right through it,” said one operational Border Force official.

      “The other thing is a collision. The weight and the force of that vessel could ride straight over the top of the rib. It would knock the passengers out, knock them unconscious and into the water. It could potentially lead to death. I can’t believe any mariner could condone that.”

      Maritime experts added that they would be “very surprised” if Border Force and HM Coastguard were not aware of these tactics being used, with one adding: “One hundred per cent, someone high up will definitely be aware of this.”

      In a second video, members of the French gendarmerie drive alongside a dinghy in a speedboat about 12 miles from the French coast, threatening to use a large tank of pepper spray against a boat carrying migrants. They then proceed to ram their vessel into the dinghy. “They don’t even know who’s on board – whether there’s someone asthmatic that you’re using pepper spray against, or pregnant women,” said a Border Force official. “That could really harm people.”

      In evidence of a third attempted pullback, a complaint filed by a member of the French customs coastguard to the public prosecutor in Boulogne-sur-Mer alleges that on 11 August 2023 police officers ordered a National Society of Sea Rescues (SNSM) crew to puncture a small boat that had already set sail. In an email seen by this investigation, the complainant, Rémi Vandeplanque, states that the SNSM crew “obviously refused” to do this, adding that the risk of drowning if they had done so was “obvious and imminent”.

      Testimony from several sources who boarded small boats bound for the UK supports the claims that French police have used such tactics. “There were four of them [French gendarmes] on the boat,” said one man, who was from India. “They went round the boat in a circle and then they stabbed the boat and left. We had to swim for about 10 minutes … We nearly died.” On 9 February 2024, the man lodged a complaint with the French human rights ombudsman. The incident is under investigation.

      Sources within France’s interior ministry have described the UK government’s “enormous pressure on a daily basis” for the French maritime police to prevent small boat departures, with one French civil servant describing the pressure as “intense” and “nonstop”.

      Another senior civil servant, who was in post until the end of 2020, added: “As far as the British were concerned, the boats had to be caught at sea. They sometimes insisted on it.”

      In September last year, then immigration minister Robert Jenrick said in the House of Commons that “there is clearly more that we need the French to do for us”, pointing to a recent trip to Belgium, where he said the authorities had “been willing to intercept in the water small boats leaving its shores”. He added: “That has proven decisive. Small boats from Belgian waters are now extremely rare, so that is an approach that we encourage the French to follow.”

      In August 2021, during a visit to the Greek island of Samos, then home secretary Priti Patel went out on patrol with the Greek coastguard, which is known for its use of aggressive pushbacks in the Aegean.

      “She came back invigorated,” said a Home Office source with knowledge of the trip. “They were very aggressive, had a good success rate of detection and were swift in how they processed them [asylum seekers]. She liked their posturing of ‘protecting borders’ and working with the military, though there was recognition that a lot of this wouldn’t be lawful in the UK.”

      Britain has allocated more than £700m to France to prevent irregular migration since 2014.

      At a summit in March 2023, Sunak announced that Britain would give France £500m over three years to fund additional border guards and a new detention facility, as well as video surveillance cameras, drones and night-vision binoculars, among other equipment.

      The package was, according to several sources at the French interior ministry, a turning point. “This has really put the relationship between the two countries on a contractual footing,” said one senior official.

      Last month the UK signed a working agreement with the European border agency Frontex to bolster intelligence sharing and deploy UK Border Force officials to coordinate the Channel response.

      When contacted by this investigation, the prefecture for the north of France confirmed that a police boat had circled a dinghy and that the aim of the intervention was to “dissuade passengers” from approaching the open sea, adding: “It’s the only time we’ve been able to intercept a small boat using this manoeuvre and it was a deterrent. All the migrants were recovered and the smugglers arrested.”

      A Home Office spokesperson said: “An unacceptable number of people are crossing the Channel and we will do whatever is necessary to end these perilous and fatal journeys. We remain committed to building on the successes that saw arrivals drop by more than a third last year.

      “Not only have we introduced tougher legislation and agreements with international partners, but we continue to work closely with our French counterparts, who are working tirelessly to save lives and stop the boats.”

      https://www.theguardian.com/uk-news/2024/mar/23/uk-funding-french-migrants-small-boat-border-forces

    • Dans la Manche, les techniques agressives de la police pour empêcher les traversées de migrants

      Officiellement, la police a interdiction formelle d’intercepter en mer les embarcations de migrants qui tentent de traverser la Manche. Après plusieurs mois d’enquête, « Le Monde » et ses partenaires de Lighthouse Reports, de « The Observer » et du « Der Spiegel » ont pourtant pu documenter différentes situations où les forces de l’ordre emploient des manœuvres dangereuses à l’encontre de ces « small boats » pourtant déjà à l’eau.

      Il pleut des cordes et la grande tonnelle blanche, sous laquelle plusieurs dizaines de personnes viennent s’abriter, a du mal à supporter le poids de l’eau qui s’accumule. Il est presque 11 heures, dans une zone périphérique de Loon-Plage Nord), ce mardi 12 mars, à l’entrée de l’un des nombreux campements de personnes migrantes présents depuis des années maintenant sur la commune, voisine de Dunkerque.

      Ziko (les personnes citées par leur prénom ont requis l’anonymat), 16 ans, vivote ici depuis cinq mois. Le jeune Somalien a déjà essayé cinq fois de gagner le Royaume-Uni. A chaque fois en bateau. A chaque fois sans succès. Systématiquement, les policiers sont intervenus pour stopper l’embarcation à bord de laquelle lui et d’autres espéraient traverser la Manche. « A chaque fois, ils ont crevé le bateau », se souvient-il.

      Il y a environ deux semaines de cela, les policiers ont fait une manœuvre au large de la plage de Gravelines (Nord) que le jeune homme n’est pas près d’oublier. Les fonctionnaires ont fait obstacle au canot alors qu’il était déjà en mer. « On était à plusieurs dizaines de mètres des côtes quand un bateau pneumatique avec cinq ou six policiers s’est approché et a crevé notre embarcation. » Ziko rapporte que lui et la cinquantaine de passagers sont tous tombés à l’eau. « J’avais de l’eau jusqu’à la poitrine, c’était très dangereux. Il y avait des enfants qui étaient portés à bout de bras par des adultes pour ne pas se noyer. »

      De ses cinq tentatives de traversée, c’est la seule au cours de laquelle le bateau de Ziko a été crevé en mer. Son témoignage, rare, vient percuter la version officielle livrée par les autorités depuis 2018 et l’explosion du phénomène des small boats, ces petites embarcations de migrants dont le but est de rejoindre le Royaume-Uni. Officiellement, la police a interdiction formelle d’intervenir lorsque les small boats sont déjà en mer. Dans une directive à diffusion restreinte du 10 novembre 2022, le préfet maritime de la Manche et de la mer du Nord, Marc Véran, rappelait que « le cadre de l’action des moyens agissant en mer (…) y compris dans la bande littorale des 300 mètres (…) est celui de la recherche et du sauvetage en mer » et « ne permet pas de mener des actions coercitives de lutte contre l’immigration clandestine ».

      Et ce, en dépit de la pression constante sur le littoral : alors que moins de 2 000 personnes ont traversé la Manche en 2019, elles étaient plus de 45 000 en 2022 et près de 30 000 en 2023. Un phénomène qui est devenu un irritant majeur dans la relation franco-britannique.

      Manœuvre dangereuse

      Au terme de plusieurs mois d’enquête, Le Monde, ses partenaires du collectif de journalistes Lighthouse Reports, du journal britannique The Observer et de l’hebdomadaire allemand Der Spiegel ont pourtant pu documenter différentes situations, parfois filmées, où des tactiques agressives similaires à celles que dénonce Ziko ont été employées depuis juillet 2023. D’après nos informations, elles sont même comptabilisées par le ministère de l’intérieur sous la dénomination explicite d’« interceptions en mer ». Des données d’une sensibilité telle qu’elles ne font l’objet d’aucune publicité.

      D’autres que Ziko en témoignent. La Défenseure des droits explique au Monde que quatre saisines sont en cours d’investigation portant sur des interceptions en mer en 2022 et 2023. Par ailleurs, l’inspection générale de la police nationale est saisie depuis l’automne 2023 d’une enquête préliminaire à la suite d’un signalement au parquet de Boulogne-sur-Mer (Pas-de-Calais) effectué par Rémi Vandeplanque, un garde-côte douanier et représentant du syndicat Solidaires.

      Ce dernier rapporte que, le 11 août 2023, au petit matin, un gendarme aurait demandé à un membre d’équipage de la Société nationale de sauvetage en mer (SNSM) de l’aider à percer un bateau au large de la plage de Berck-sur-Mer (Pas-de-Calais) avec une dizaine de personnes à son bord. Une manœuvre dangereuse que le sauveteur a refusé d’effectuer, tout en avisant le centre régional opérationnel de surveillance et de sauvetage (Cross) de Gris-Nez (Pas-de-Calais).

      L’échange a été entendu sur l’un des canaux radio utilisés par le Cross. « En tant que policier, on ne peut pas agir d’une manière qui met la vie d’autrui en danger, affirme Rémi Vandeplanque. On doit respecter les règles. » Sollicitée, la préfecture maritime de la Manche et de la mer du Nord assure que, « si elle est avérée, cette initiative ne pourrait être qu’une initiative individuelle de la personne en question et inappropriée ».

      Rares sont les images qui documentent ces pratiques, mais une vidéo inédite que nous nous sommes procurée, datée du 9 octobre 2023, montre un semi-rigide de la police nationale tourner autour d’un small boat dans le port de Dunkerque en créant à dessein des vagues qui déstabilisent la petite embarcation. A bord se trouvent pourtant une trentaine de passagers. Une partie d’entre eux se tient sur le boudin du canot. De l’eau entre dans l’embarcation au point que ceux assis au milieu sont immergés jusqu’aux genoux. Le policier semble ensuite dire aux occupants du petit bateau de retourner sur le bord. Les migrants seront finalement débarqués sains et saufs.

      Une manœuvre dangereuse, jugent plusieurs experts maritimes, d’autant que, en cas de chavirement, les embarcations légères des forces de l’ordre ne sont pas dimensionnées pour conduire des opérations de sauvetage. « Cette vidéo m’a choqué, raconte Kevin Saunders, ancien officier de la Border Force britannique en poste à Calais jusqu’en 2016 et connu pour ses positions extrêmement critiques à l’égard de l’immigration. Elle me rappelle ce que les Grecs faisaient à la frontière maritime avec la Turquie. Je suis surpris que les Français fassent cela parce que c’est contraire à leur interprétation du droit de la mer. »

      « Les Français sont poussés à jouer le même rôle dans la Manche que celui que l’Union européenne offre aux pays africains. Paris reçoit beaucoup d’argent des Anglais pour empêcher les migrants de partir ou les arrêter en mer », renchérit de son côté le politiste autrichien Gerald Knaus, architecte de l’accord de lutte contre l’immigration irrégulière entre l’Union européenne et la Turquie, faisant référence à la pression grandissante des autorités britanniques.

      Crever des bateaux bondés

      De son côté, la préfecture de la zone de défense et de sécurité Nord relativise : « On était en journée, dans une enceinte portuaire. Le but de l’intervention est de dissuader les passagers de s’approcher de la digue du Braek [qui mène à la mer du Nord]. C’est la seule fois où on a pu intercepter un small boat par cette manœuvre et ça a été dissuasif. Toutes les personnes migrantes ont été sauvées et les passeurs interpellés. »

      Dans une seconde vidéo, diffusée sur le réseau social TikTok en juillet 2023, un semi-rigide appartenant à la vedette de gendarmerie maritime Aber-Ildut, déployée depuis 2022 dans la Manche, est filmé en train de percuter à deux reprises une embarcation de migrants à pleine vitesse, au large des côtes de Boulogne-sur-Mer. Trois gendarmes sont à bord. L’un d’entre eux brandit une bombe de gaz lacrymogène en direction du small boat et intime à ses passagers de s’arrêter. Une pratique, encore une fois, contraire au cadre opérationnel français.

      « Refusant le contrôle coopérant, aucune action de coercition n’a été réalisée et cette embarcation a librement poursuivi sa route, précise la préfecture maritime, interrogée sur cette action. Le nombre de ces contrôles reste très modeste, aucun naufrage, blessé ou procédure non conforme n’a été signalé. »

      D’autres témoignages, recueillis auprès de migrants à Calais (Pas-de-Calais) ou à Loon-Plage, décrivent des tentatives de traversées empêchées par des forces de l’ordre, qui s’avancent dans l’eau, jusqu’aux épaules parfois, pour crever des bateaux bondés de passagers. « A aucun moment de telles consignes ne sont données ni même suggérées aux équipes coordonnées, assure pourtant la préfecture maritime, bien au contraire, la préservation de la vie humaine en mer est le seul credo qui vaille. »

      La lutte contre l’immigration irrégulière franchit-elle la ligne rouge ? Le 10 mars 2023, une grappe de journalistes trépignent dans la cour de l’Elysée balayée par un vent hivernal. Tous attendent la poignée de main entre le chef de l’Etat, Emmanuel Macron, et le premier ministre britannique, Rishi Sunak, sur le perron du palais présidentiel. C’est le premier sommet bilatéral entre les deux pays depuis cinq ans. Le rapprochement qui doit être mis en scène ce jour-là va s’incarner sur un sujet : l’immigration. Londres annonce le versement sur trois ans de 543 millions d’euros à la France pour « stopper davantage de bateaux », au titre du traité de Sandhurst de 2018.

      Cet argent va permettre de financer le déploiement de réservistes et l’installation de barrières et de caméras de vidéosurveillance sur la Côte d’Opale, mais aussi la surveillance aérienne du littoral ou encore l’équipement des forces de l’ordre en drones, jumelles à vision nocturne ou semi-rigides, comme celui que l’on voit à l’œuvre dans la vidéo prise dans le port de Dunkerque. Une tranche importante d’une centaine de millions d’euros est aussi dévolue à des projets immobiliers tels que la création d’un centre de rétention administrative vers Dunkerque ou d’un lieu de cantonnement pour les CRS à Calais. Désormais, plus de 700 policiers et gendarmes sillonnent vingt-quatre heures sur vingt-quatre heures les 150 kilomètres de littoral.

      « Pression énorme » des Britanniques

      Il n’est pas question ici de sauvetage en mer, au grand dam de certains opérateurs qui verraient bien leur flotte renouvelée alors que les naufrages d’embarcations sont récurrents et mettent à rude épreuve les équipages. Ainsi la SNSM a échoué à plusieurs reprises à bénéficier des fonds Sandhurst, « parce que son action n’est pas assimilable à de la lutte contre l’immigration illégale », justifie à regret un cadre de l’association dans un document que nous avons pu consulter.

      L’enveloppe d’un demi-milliard d’euros débloquée par les Britanniques en 2023 constitue, de l’aveu de plusieurs sources au ministère de l’intérieur, un tournant. « Cela a vraiment contractualisé la relation entre les deux pays, rapporte un cadre de la Place Beauvau, sous le couvert de l’anonymat. Les Anglais se comportent avec nous comme nous on le ferait avec un pays tiers. Ils mettent une pression énorme au quotidien sur le déblocage des crédits, si les chiffres ne s’améliorent pas. C’est non-stop et à tous les niveaux. »

      Déjà présents au sein d’un centre conjoint d’information et de coordination franco-britannique ainsi que dans une unité de renseignement à Coquelles (Pas-de-Calais), des officiers de liaison britanniques de la Border Force participent aussi, officiellement comme simples observateurs, à la réunion hebdomadaire de l’état-major de lutte contre l’immigration clandestine. « Ils sont extrêmement intrusifs, mais ils connaissent bien la zone, ils savent où on contrôle bien, où on est en difficulté », affirme un cadre de la gendarmerie.

      Pour tarir les flux de migrants, les Britanniques ne manquent pas d’idées. En octobre 2020, le gouvernement conservateur de Boris Johnson disait réfléchir à installer des machines à vagues pour repousser les small boats. En août 2021, la ministre britannique de l’intérieur d’alors, Priti Patel, est revenue enthousiasmée d’une visite en Grèce où elle a effectué des patrouilles avec les gardes-côtes helléniques en mer Egée, l’une des portes d’entrée en Europe. « Elle a dit que nous devrions apprendre des Grecs, se souvient une source au Home Office. Ils étaient très agressifs, avaient un bon taux de détection. » Et ont, à de nombreuses reprises, fait l’objet d’accusations de refoulements illégaux de demandeurs d’asile vers la Turquie.

      Toutes ces idées sont partagées avec la France lors de réunions bilatérales. « Pour les Britanniques, il fallait attraper les bateaux en mer. Ils le disaient de façon par moment insistante, lâche un haut fonctionnaire du ministère de l’intérieur, en poste jusqu’à fin 2020. Ils nous ont même expliqué comment faire, par exemple en lançant des grappins ou des filets. » A la préfecture de la zone de défense et de sécurité Nord, on reconnaît que « de nouvelles techniques sont essayées en permanence », à l’image de celle qui consiste à paralyser l’hélice d’un bateau de migrants à l’aide de filets.

      Mais « cela n’a pas été concluant », assure-t-on. « Notre stratégie, ça a été plutôt de dire qu’il fallait une forte présence sur les plages et empêcher les livraisons de bateaux, corrobore un ancien directeur de la police aux frontières. En mer, on porte secours aux personnes, on ne les intercepte pas. » D’autres croient que ce qui a freiné les autorités tient plutôt à des contingences matérielles : « Il n’y avait pas de moyens nautiques pour cela », assure l’ancien haut fonctionnaire du ministère de l’intérieur.

      Vingt-quatre noyades depuis 2023

      L’ampleur du phénomène des traversées persistant, les digues ont-elles sauté ? Les manœuvres en mer des forces de l’ordre « se comptent sur les doigts d’une main », balaye une source au ministère de l’intérieur.

      Le 10 mars 2023, tandis qu’Emmanuel Macron et Rishi Sunak enterrent à l’Elysée des années de brouille diplomatique, le préfet maritime Véran signe une nouvelle directive à diffusion restreinte. Elle précise le cadre de certaines manœuvres opérationnelles face à l’apparition du phénomène des taxis boats, ces embarcations qui longent la côte et récupèrent les migrants directement à l’eau pour éviter les interceptions sur les plages. La directive ouvre la voie à l’interception de small boats en mer par les forces de sécurité intérieure, à condition d’opérer « uniquement de jour », dans la bande côtière de 200 mètres de littoral, avant que le taxi boat n’embarque des passagers et dans le cas où « moins de trois personnes » seraient à bord.

      L’intervention est conditionnée, explique le vice-amiral, au comportement coopératif des occupants du bateau, mais aussi à l’absence de risques de mise en danger de la vie humaine. « En dehors des missions dédiées de contrôle des taxis boats, (…) le cadre juridique de la lutte contre l’immigration clandestine en mer se limite à l’exercice de pouvoirs de police à l’encontre des passeurs et non des passagers eux-mêmes », insiste M. Véran. Le préfet maritime ordonne d’éviter à tout prix des « routes de collision ».

      A la garde-côte douanière, Rémi Vandeplanque s’inquiète : « C’est une évolution choquante, mais ce n’est vraiment pas une surprise. » Un sentiment partagé par l’association d’aide aux migrants Utopia 56, présente sur le littoral et qui fustige, par la voix de son porte-parole, Nikolaï Posner, une « violence stérile et illégitime ». « Depuis octobre 2021 et la mise en place d’une maraude qui sillonne la côte, l’association est souvent la première à recueillir les témoignages de ceux qui ont tenté la traversée. »

      Sollicitée sur les différents cas de pratiques dangereuses des forces de l’ordre à l’encontre de small boats déjà à l’eau, la préfecture de la zone de défense et de sécurité Nord renvoie vers la préfecture maritime de la Manche et de la mer du Nord, qui est l’autorité compétente en mer. De plus, elle insiste sur la violence des réseaux de passeurs, confrontés à « la montée en puissance des saisies de bateaux en amont du littoral et sur les plages ».

      Les autorités décrivent ainsi comment « des personnes migrantes sont parfois sommées de créer des lignes de défense » et de jeter des pierres aux forces de l’ordre, pour permettre la mise à l’eau des small boats. Quarante et un policiers et gendarmes ont été blessés à cette occasion en 2023 et la préfecture a dénombré sur la même période « 160 confrontations sur les plages, c’est-à-dire avec usage de la force et de gaz lacrymogènes, alors qu’il n’y en a quasiment pas eu en 2022 ».

      C’est ce qui s’est notamment passé le 15 décembre 2023, à Sangatte, dans le Pas-de-Calais. D’après les éléments partagés par le parquet de Boulogne-sur-Mer, un groupe de migrants aurait fait barrage à des policiers pour permettre à un bateau de partir. Les policiers auraient essuyé des jets de projectiles et fait usage de gaz lacrymogènes en retour. Un récit en substance corroboré par plusieurs témoins présents sur place ce jour-là. Parvenu à prendre la mer, le small boat aurait rapidement subi une avarie de moteur et voulu regagner le rivage.

      Un migrant somalien parmi les passagers assure que, à bord du bateau, un jeune homme de 25 ans a par ailleurs été victime d’un malaise. La police aurait continué d’user de gaz lacrymogènes et se serait avancée pour crever le bateau avant qu’il n’ait pu atteindre le rivage. « Une personne de nationalité soudanaise se retrouve inanimée sur la plage », selon le parquet, et décède peu de temps après d’un arrêt cardio-respiratoire, en dépit des tentatives de le réanimer. « Depuis août 2023, on observe une recrudescence des événements dramatiques », dit le procureur de Boulogne-sur-Mer, Guirec Le Bras. Sans parvenir à expliquer cette particularité, il note que sa juridiction a recensé dix-neuf décès par noyade, survenus pour « la plupart au bord de l’eau ».

      Au total, selon l’estimation de la préfecture du Nord, vingt-quatre personnes sont décédées par noyade depuis 2023. Les autorités incriminent des « embarcations beaucoup plus chargées et une dégradation de la qualité des bateaux ». Dans un rapport publié en janvier, le réseau d’activistes Alarm Phone alertait sur ces morts près des côtes : « L’augmentation des fonds alloués à la France s’est traduite par un renforcement de la police, une augmentation de la violence sur les plages et, par conséquent, une augmentation des embarquements dangereusement surpeuplés et chaotiques au cours desquels des personnes perdent la vie. »

      « Nous avons dû nager »

      C’est peu ou prou ce que rapportent des migrants après une tentative de traversée échouée dans la nuit du 2 au 3 mars. Un exilé syrien de 27 ans, Jumaa Alhasan, s’est noyé dans le canal de l’Aa, un fleuve côtier qui se jette dans la mer du Nord. Plusieurs témoins, interrogés par Le Monde, assurent l’avoir vu tomber dans l’eau lors d’une intervention des forces de l’ordre qui aurait provoqué la panique des passeurs et poussé le Syrien à s’élancer depuis les rives de l’Aa pour tenter de sauter sur le canot en marche, là où le bateau était censé accoster et embarquer tout le monde. « Pour moi, il ne serait pas mort si les policiers français n’avaient pas été là », ne décolère pas Youssef, témoin de la scène. Le corps de Jumaa Alhasan a été retrouvé dans le chenal de l’Aa mardi 19 mars.

      Il est près de midi sur un des campements de Calais, ce 22 janvier. Sous le crachin habituel, un homme débite du bois pour alimenter un brasero autour duquel viennent se masser une demi-douzaine d’hommes. La plupart viennent du Pendjab, une région à majorité sikhe du nord de l’Inde. Tous sont arrivés il y a quelques semaines dans le nord de la France.

      Cinq jours plus tôt, Satinder, Paramjit et Gurfateh ont tenté une traversée. Ils ont longé l’autoroute qui mène jusqu’au port de Calais pour arriver au pied des dunes. « On a mis le bateau sur la plage, on l’a gonflé, tout se passait bien », rappelle Satinder, grand gaillard barbu, emmitouflé dans un cache-cou. Les trois hommes naviguent une petite dizaine de minutes au petit jour sans anicroche. Ils sont quarante-six à bord, la plupart avec des gilets de sauvetage. La météo n’est pas mauvaise, la mer presque plate.

      Ils entendent finalement une voix qui semble les poursuivre : « Stop the boat. » Un bateau s’approche du leur. La voix répète : « Stop the boat. » Satinder aperçoit une embarcation de la gendarmerie qui arrive par l’ouest. Le conducteur panique, remet les gaz sans parvenir à distancer les gendarmes. « Ils étaient quatre sur le bateau. Ils ont tourné autour de nous et ils nous ont dit que les conditions météorologiques étaient trop dangereuses, qu’ils ne pouvaient pas nous laisser partir », explique Satinder. L’un des gendarmes sort alors un « click-knife [un couteau d’attaque] », raconte Gurfateh, et assène un coup dans l’embarcation. L’air s’échappe du boudin. Le bateau s’affaisse.

      Le conducteur met alors le cap sur la terre ferme, mais le bateau coule avant de rejoindre la plage. « Nous avons dû nager une dizaine de minutes. Heureusement qu’il n’y avait presque que des adultes. Il y avait juste une petite fille de 4 ans », complète Satinder. Sur la plage, le groupe, hébété, reprend ses esprits avant de regagner la route du campement. Les trois hommes n’ont pas abandonné l’idée de traverser. Le 9 février, ils ont saisi la Défenseure des droits. « Ce jour-là, nous avons failli mourir. »

      https://www.lemonde.fr/societe/article/2024/03/23/dans-la-manche-les-techniques-agressives-de-la-police-pour-empecher-les-trav

  • La CGUE sulla domanda di asilo reiterata basata sulla conversione religiosa dopo aver lasciato il Paese di origine
    https://www.meltingpot.org/2024/03/la-cgue-sulla-domanda-di-asilo-reiterata-basata-sulla-conversione-religi

    La Corte di giustizia Ue, nella nella causa C-222/22 (Bundesamt für Fremdenwesen und Asyl – Conversione religiosa successiva), afferma che una domanda di asilo basata su una conversione religiosa intervenuta dopo aver lasciato il paese di origine non può essere automaticamente respinta in quanto abusiva. La vicenda Un cittadino iraniano, la cui prima domanda di protezione internazionale è stata respinta dalle autorità austriache, ha presentato in Austria una nuova domanda (detta «domanda reiterata») di protezione internazionale. Egli ha affermato di essersi convertito nel frattempo al cristianesimo e temeva pertanto di essere perseguitato nel suo paese d’origine. All’interessato è stato successivamente concesso il (...)

  • L’iscrizione anagrafica è un diritto: il Comune di Napoli deve iscrivere il richiedente protezione speciale in possesso di cedolino
    https://www.meltingpot.org/2024/03/liscrizione-anagrafica-e-un-diritto-il-comune-di-napoli-deve-iscrivere-i

    Il Tribunale di Napoli riconosce il diritto all’iscrizione anagrafica al richiedente protezione speciale, con richiesta diretta al Questore, in possesso del cedolino. Il Comune di Napoli rifiutava di procedere ad iscrizione anagrafica, ritenendo il richiedente sfornito di valido titolo di soggiorno sul territorio nazionale e chiedendo l’esibizione di documentazione ultronea e superflua rispetto a quella in possesso del richiedente. Inoltre il Comune, lamentava il vizio di legittimazione passiva del Sindaco, in favore del Ministero dell’Interno. La Giudice accoglieva pienamente le tesi difensive e riconosceva che: Infine il Giudice, per l’irreparabilità del pregiudizio causato al richiedente, condanna il Comune di (...)

  • S-Info. Tra mediattivismo e giornalismo d’inchiesta
    https://www.meltingpot.org/2024/03/s-info-tra-mediattivismo-e-giornalismo-dinchiesta

    Lo scenario di guerra globale in cui siamo immersi, segnato drammaticamente dal conflitto in Ucraina e da oltre cinque mesi di genocidio a Gaza, ha reso visibile il definitivo distacco tra la cosidetta “opinione pubblica”, in maggioranza contraria alla guerra e all’invio di armi, e le élite globali, incapaci di adottare strategie per fermare l’escalation bellica. Un distacco sostenuto e colmato da un incessante fuoco di propaganda da parte dei media mainstream, che rischia di far naufragare anche il giornalismo e l’intero ecosistema mediatico, in una crisi senza precedenti. Citando Eschilo, ci siamo accorti che è proprio vero, “in (...)

  • Grecia. Sciopero della fame nel Centro di Detenzione Pre-Rimozione (PRDC) di Corinto
    https://www.meltingpot.org/2024/03/grecia-sciopero-della-fame-nel-centro-di-detenzione-pre-rimozione-prdc-d

    Nel mese di febbraio, 36 richiedenti asilo di nazionalità egiziana hanno messo in atto uno sciopero della fame presso il Centro di Detenzione Pre-Rimozione (PRDC) di Corinto nella Grecia continentale. Lo sciopero è stato organizzato per denunciare l’accesso negato alle procedure di asilo e la negligenza medica da parte delle autorità competenti. Il gruppo, naufragato al largo della costa di Kalamata, dopo essere stato separato dalle donne e dai bambini che viaggiavano sulla stessa imbarcazione, è stato trasferito direttamente dal porto alla struttura di detenzione di Corinto. Sostenuto da Equal Rights Beyond Borders, il gruppo ha presentato un rapporto (...)

  • Oltre l’approdo. Storie di (dis)integrazione
    https://www.meltingpot.org/2024/03/oltre-lapprodo-storie-di-disintegrazione

    Per chi ha vissuto un’esperienza migratoria, l’‘integrazione’ è un intricato labirinto fatto di burocrazia, discriminazione e ostacoli quotidiani. In questo contesto complesso e spesso misconosciuto, nasce Oltre l’approdo. Storie di (dis)integrazione, un podcast che si propone di esplorare le vite e le esperienze delle ‘persone migranti’ in Italia. Concepito in 5 puntate, ciascuna della durata di 30/45 minuti, questo podcast propone un’indagine su quali sono le sfide principali dopo l’approdo oltre i confini italiani. Con la volontà di decostruire anche qualche luogo comune: a cosa ci si riferisce, esattamente, quando si parla di ‘clandestini’? Quali sono le difficoltà principali (...)

  • Al Monginevro la 6° edizione della Grande Maraude Solidaire
    https://www.meltingpot.org/2024/03/al-monginevro-la-6-edizione-della-grande-maraude-solidaire

    di Luna Selimovic Sabato 16 marzo 2024 sulle piste da sci del Monginevro sembra una giornata come tutte le altre. Non lo è. Dalle 17.30 fino a notte inoltrata si svolge la sesta edizione della Grande Maraude Solidaire, una manifestazione in solidarietà a “tutte le persone esiliate” promossa dalle diverse organizzazioni attive in frontiera. Una mobilitazione nata nel 2019 che si svolge annualmente al valico del Monginevro, in prossimità della frontiera italo-francese, per rivendicare la libertà di movimento. Più di 400 solidali si sono dati appuntamento davanti all’entrata dell’impianto sciistico situato a 1.860 metri di altitudine, a due passi (...)

  • Proporzionalità di revoca delle misure di accoglienza. Rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia UE
    https://www.meltingpot.org/2024/03/proporzionalita-di-revoca-delle-misure-di-accoglienza-rinvio-pregiudizia

    Il TAR Lombardia, Milano, in materia di revoca delle misure di accoglienza, ha ritenuto di sollevare la seguente questione pregiudiziale dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ai sensi dell’art. 267 del TFUE, in relazione all’interpretazione della normativa comunitaria: “L’art. 20 della direttiva U.E. 2013 n. 33, nonché i principi enucleati dalla Corte di Giustizia con le sentenze del 12 novembre 2019, nella causa C-233/2018 e del 1° agosto 2022, nella causa C-422/2021, nella parte in cui escludono che l’amministrazione dello Stato membro possa disporre la revoca sanzionatoria delle misure di accoglienza qualora tale determinazione abbia l’effetto di esporre (...)